Decalogo per fotografi

Aug 28, 2012

Ovvero dieci comportamenti per una vita liberata dalla schiavitù, ancora prima di scattare belle fotografie.

Sii intransigente

Non accettare condizioni contrattuali di collaborazione dove il cliente pretende di avere il diritto di fare delle tue immagini ciò che vuole e tu cedi la proprietà del tuo lavoro. Questo tipo di contratti vengono proposti soprattutto da quando la tecnologia digitale ha consentito un aumento esponenziale delle possibilità della diffusione delle immagini da parte di agenzie ed editori, così non fai altro che cedere a loro il tuo patrimonio.

Sii prudente

Nel momento di scegliere i tuoi clienti e collaboratori. Per cui non offrire le tue foto nelle cosiddette agenzie di microstock, che vendono le tue foto per pochi centesimi con il miraggio di rivenderle tante volte. Non accadrà. Qualcun altro invece sta guadagnando al tuo posto. Per la stessa ragione non offrire le tue foto Roialty Free, il prezzo giusto di una fotografia dipende dall’utilizzo che se ne fa, se editoriale o pubblicitario, su che supporto, con quale diffusione. Le variabili sono tante.

Sii leale

Non sottoscrivere quindi supinamente le tariffe imposte dal cliente, ma tenta di discutere le tue, che devono essere un compromesso tra le leggi del mercato e le tue necessità. Per cui non offrire servizi fotografici ad un prezzo sfavorevole, magari più basso di quello che spendi per realizzarlo, e magari più basso del prezzo offerto da un tuo collega, collega che forse tu stimi e da cui vorresti  a tua volta essere stimato. Non fare agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te.

Sii saggio

Non partecipare a concorsi fotografici, spesso promossi da imprese sia private che pubbliche con il solo fine di acquisire immagini di qualità per essere utilizzate per la loro promozione e comunicazione. Soprattutto rifiuta di pagare una tassa di iscrizione, nella maggior parte dei casi è solo un modo di raccogliere denaro in cambio dell’illusione di ricevere il Premio. È una pratica decisamente non professionale; quando possibile offri invece a queste stesse imprese il tuo lavoro alle tue condizioni.

Sii autosufficiente

Differenzia per quanto possibile il tuo lavoro e la tua clientela, per non essere dipendente di un solo soggetto. In ogni caso, non affidare il tuo lavoro e la tua vita all’umore o al capriccio degli altri. Non sperare che nel caso di una controversia legale ti venga in aiuto la legge e la giustizia i cui tempi e modi non si adattano alle leggi della sopravvivenza. Pensi di poterti permettere un avvocato? Loro sì che fanno parte di una categoria professionale che sa come far valere le proprie tariffe.

Sii generoso

Unisciti piuttosto ad un sindacato o ad un’associazione professionale che possa difendere i tuoi diritti nelle sedi appropriate, l’unione fa la forza. A questo proposito discuti con i tuoi colleghi, animali a trovare forme nuove di collaborazione e aiuto reciproco (come utilizzare le Reti Sociali), hai solo da imparare dall’esperienza degli altri e soprattutto non si finisce mai di imparare. L’egoismo è una brutta bestia.

Sii coerente

Quindi agisci sempre nei confini della legalità, paga i tuoi debiti, paga le tasse e, più in generale, assumi  gli impegni finanziari con responsabilità. In questo modo non solo si è utili a noi stessi e alla nostra famiglia, ma si è da esempio nella società. Il lavoro non è qualcosa al di fuori di noi, ma parte integrante della nostra vita e finisce per coinvolgere nel bene e nel male i nostri sentimenti ed i nostri affetti.

Sii ottimista

Per questo rifiuta il luogo comune per cui il “Mondo del business è come una giungla”, la semplificazione che vuole dividerci in cacciatori (pochi) e prede (tanti) non è quello che desideriamo, né quello che hanno sperato per noi i nostri padri né quello che infine vogliamo per nostri figli. Quando nel gioco non si rispettano le regole, tiriamoci fuori, lasciamo che siano altri a sbranarsi e se possibile denunciamo i comportamenti scorretti. Continueremo ad essere i pesciolini più indifesi nell’acquario, però abbiamo tutte le risorse per sopravvivere.

Sii coraggioso

Rifiuta anche il concetto di crisi, attraverso il quale tentano di rendere legittimi, oltre i tagli ai nostri compensi i tagli ancor più gravi alla Spesa Pubblica. Mentre i nostri diritti vengono quotidianamente calpestati, per primi quello all’educazione e quello alla salute, si impone a sempre più parti sociali la precarietà. Ricorda che la precarietà del lavoro, che soffriamo sulla nostra pelle, non è altro che una forma di ricatto sociale. Rifiuta quella visione gerarchica della società, non essere complice e protesta come e dove puoi, un altro mondo è possibile.

Sii consapevole

Sii disposto a soffrire, per le tante volte che non sei capito, che non sei ascoltato e che un collega o un cliente o l’autorità disubbidisce alle semplici regole etiche del Bene Comune. Loro sono in errore. Invece sii consapevole dei tuoi mezzi, vai in pace, fai del tuo meglio e torna a casa contento di te.

Stefano Buonamici fotografo e pedagogo a tempo perso